Meraviglia da Aldi

Un racconto personale di uno scenario di vita quotidiana, uno spaccato di realtà sul quale non sempre riflettiamo, presi dalla velocità e dalle abitudini. Attesa rabbia masochismo civico noia o meraviglia?

Mi ritrovo all'entrata della Lidl cercando di entrare, bloccato da un gruppo di anziani in fila per 3 col resto di due che incespica. Per fortuna sono rilassato e il tempo oggi sembra essere sufficiente. Attendo con pazienza, a differenza delle altre volte di fretta, irritato dal dover aspettare ulteriormente, bruciato dall'ansia di voler fare troppe cose in poco in tempo una dietro l'altra. 

Oggi invece il tempo è dilatato, niente frenesia. Riconosco l'importanza di prestare quella pazienza che avrò bisogno di riavere tra mezzo secolo. 

Quindi con calma e per piacere entro, prendo, pago ed esco. 

 

Vado anche da Aldi, quasi per masochismo di rivivere la stessa esperienza difficilmente evitabile a Trieste. Ed ecco che come volevasi dimostrare l'anziano in fila dietro di me brontola lamentandosi a voce alta della cassiera che scambia due chiacchiere superflue col cliente di turno. Facendo proprio quello che cercavo di evitare prima, ossia pretendere che altri corrano quando sono di fretta. Cerca forse di sfogare frustrazione per il poco tempo della vita, in questo caso in fila costretto a rifare quello che ha già fatto troppe volte, per troppe decadi con altri come lui, la maledizione dell'abitudine e la rispettiva noia. Già che gli resta poco tempo, ora perde altri secondi scanditi dalla frustrazione dell'immaginare evitabile una situazione inutile. Inutile. Perché stare in fila? a non fare nulla con altri comuni mortali? in un posto così noioso come un supermercato? Non può esserci nulla di interessante. Quindi arrabbiamoci! E contaminiamo gli umori degli alti presenti! Sperando che la rabbia batta la noia. 

Non so perché ma sono sicuro che abbia risposto male senza fare questi ragionamenti. Gli insulti in triestino mi impediscono di immaginarlo laureato e  magari mi sbaglio, magari è professore di filosofia seguace di qualche corrente negativista. 

La cassiera, riferendosi allo scorbutico che l'ha appena criticata, risponde con tranquillità al cliente che ha davanti: "Quando non c'è abbastanza acqua nel laghetto, la papera non galleggia. Quando non ci sono i soldi, non si può andare in vacanza. Si può dire in tanti modi, quando non ci son ragazzi, la ragazza sta a secco."  

 

Invece il cliente vicino a me fa: "Eh, cercano di ingannarti, fregano... Eh Giovanna conosce più la parola no del sì". Poi continua a raccontare all'amica in fila i suoi problemi di salute, del problema alla spalla che gli impedisce di lavorare e del fatto che dovrà farsi iniezioni di staminali perché ha la cartilagine consumata.   

Io ascolto grato di stare bene ripromettendomi di curarmi di più la salute perché non mi sto riguardando a sufficienza.  

 

La bellissima donna due persone davanti a me tiene un neonato fasciato al petto mentre aspetta il suo turno sorridente, e ascolta divertita le battute argute della cassiera. Poi finalmente tocca anche a lei. Di colpo lei e suo figlio diventano il centro dell'attenzione. La vedo raggiante e felice, felice di avere il suo bambino, l'amore nei suoi occhi.   

La cassiera (Barbara) fa commenti entusiasti su di lui, meravigliata dalla nuova vita che da poco si è unita a noi in questa danza che è l’esistenza.   

Lui che gira la testa con gli occhi azzurri incuriositi dalle pappine che le ha comprato la mamma. La cassiera che commenta:   

“Eh, queste le conosce. Guardalo come si guarda attorno, pensando: 

cos'è questo posto? Chi sono queste persone? Cosa fanno? Toccherà crescere anche a me e fare tutte queste cose” E così con queste parole tocca un momento lontano nei suoi ricordi d'infanzia, forse in cui aveva meno responsabilità. Ricordi che però non sembra rimpiangere. È serena. 

La vedo imprigionata col corpo, perché deve stare ore seduta a scannerizzare prodotti, però libera con la mente. E con lo spirito, perché viaggia e fa viaggiare gli altri, ossia i pochi che decidono di salire sul suo treno, lasciandosi trasportare per quell'attimo.  

 

E infine, dopo un'altra cliente, tocca a me. Vengo trattato con tanta gentilezza anch'io. Pago e mi dà il resto concentrata. Nel frattempo, arriva un collega che dice: "Barbara, hai perso una cosa. Qui dietro. Hai perso una cosa..." 

Lei si gira, guardando in basso: "Cosa?"   

Lui: "La giovinezza!” - ridendo. 

Io sorrido mentre si gira seria verso di me, come riportata immediatamente alla realtà. Mi guarda con lo sguardo fisso e inespressivo, mentre fatico a non scoppiare a ridere dopo la sua reazione. 

 

E una volta uscito, ho pensato al tutto.   

Mi è piaciuta tanto come persona, questa cassiera quasi di mezza età ma ancora giovane dentro e piena di vita. Ha portato umanità e bellezza a diverse persone. A chi aveva orecchio per sentire il suo sussurro di felicità, nascosto nella voce carismatica e ben udibile.

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La Belva della Landa - La fine di una cacciatrice

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Di eroi, di pesci grossi